śrī rudram

rudra namakam anuvāka 2 - ṛk 1



namo̱ hira̍ṇyabāhave senā̱nye̍ di̱śāñ ca̱ pata̍ye̱ namo̱ |
| namaḥ | hyraṇyabāhave | senānye | diśām | ca | pataye | namaḥ |

Omaggio a Colui che ha le braccia d’oro (hyraṇyabāhave), al Comandante dell’esercito (senānye), al Signore (pataye) delle direzioni (diśām), omaggio (namaḥ) |
Omaggio a Colui che ha le braccia d’oro, al Comandante dell’esercito e al Signore delle direzioni, omaggio. 

traduzione di Rajagopala Aiyar Saluti al Signore Rudra dalle braccia dorate, il condottiero delle schiere, al Signore dei quadranti, omaggio.

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1. sāyaṇācāryabhāṣyam
hiraṇya nirmitāny ābharaṇāni bāhvoryasyāsau hiraṇyabāhuḥ sa ca saṃgrāmeṣu senāṃ nayatīti senānīstādṛśamūrtidharo yo rudrastasmai namo 'stu ।
yaśca diśāṃ pālako rudrastasmai namo 'stu ॥

A Colui (yasya) che ha gli ornamenti (ābharaṇāni) fatti (nirmitāni, nir√mā) d'oro (hiraṇya) sulle braccia (bāhvoḥ, loc. du.), a Colui che è conosciuto come Hiraṇyabāhu (hiraṇyabāhuḥ), dalla braccia d’oro e che guida (nayati) l'esercito (senāṃ) nelle battaglie (saṃgrāmeṣu), al comandante (senānī) che assume (dharo) una tale (tādṛśam) forma (mūrti), a quel Rudra (yo rudraḥ), a Lui (tasmai) sia (astu) il nostro saluto (namo).</nobr>
E (ca) Colui (yaḥ) che è il protettore (pālakaḥ) delle direzioni (diśāṃ), quel Rudra (rudraḥ), a Lui (tasmai) sia (astu) il nostro saluto (namo).

A Colui che ha gli ornamenti fatti d'oro sulle braccia, a Colui che è conosciuto come hiraṇyabāhu, dalla braccia d’oro e che guida l'esercito nelle battaglie, al comandante che assume una tale forma, a quel Rudra, a Lui sia il nostro saluto.
E a Colui che è il protettore delle direzioni, quel Rudra, a Lui sia il nostro saluto.


2. Bhaṭṭabāksara
Bhaṭṭabāksara cita una frase del brāhmaṇa che spiega perché alcuni yajus sono ubhayatonamaskāra (hanno una "namaḥ" sia all'inizio che alla fine) e altri sono anyataratonamaskāra (hanno una "namaḥ" solo all'inizio):
tatra brāhmaṇaṃ ca bhavati "te haite ghoratarā rudrā ubhayato- namaskārāḥ । athaite śāntatarā ye'nyataratonamaskārāḥ" iti ।
Lì (tatra) anche (ca) un Brāhmaṇa (brāhmaṇaṃ) considera (bhavati): "Gli ubhayato namaskāra (ubhayatonamaskārāḥ) sono destinati (haite) a propiziare le forme estremamente feroci (ghoratarā) di Rudra (rudrā). E (atha) gli anyatarato namaskāra (anyataratonamaskārāḥ) sono destinati (ite) a propiziare quelle (ye) forme pacifiche (śāntatarā) di Rudra (ye)."

3. Rajagopala Aiyar
1. Nei quindici mantra del primo anuvāka, si è reso omaggio al Signore Rudra, alle Sue armi e ai Suoi pramatha gaṇa (v. Nota 2 e 3 del Na 1, ṛk 9). Il devoto ha chiesto la rimozione della loro ira e ha invocato la loro grazia e benevolenza, pregando per la rimozione di ogni tipo di paura e per la felicità in questo mondo e negli altri, oltre che per l'illuminazione spirituale.
Gli anuvāka fino al nono contengono centotrentasette (137) yajus (versi), dei quali 13 nel secondo anuvāka e 8 nel terzo trattano Rudra come sarveśvara - il Signore di tutti.
I rimanenti 17 del terzo e gli anuvāka dal quarto al nono, contenenti 117 yajus, lo descrivono come sarvāntaryāmī - il Governatore Immortale Interiore.
Gli anuvāka due, tre e quattro sono ubhayatho namaskāra, con un namaḥ all'inizio e uno alla fine; quelli dal 5 al 9 hanno un solo namaḥ.
Un brāhmaṇa afferma che il doppio namaḥ è diretto ai ghora - i Rudra più terrificanti, e il singolo namaḥ ai Rudra che sono miti.
2. hiranyabāhave:
(a) Mentre il colore di Viṣṇu è porpora o blu scuro come quello di una nuvola di pioggia, quello di Śiva è descritto come dorato nelle śruti, smṛti e purāṇa; quindi significa avere un corpo dorato, "braccia" qui sta come upalakṣaṇam per il corpo.
(b) Indossando bracciali d'oro e altri ornamenti dorati.
Il taittirīya āraṇyaka descrive Dio come "dalle braccia dorate e dal colore dorato" (10-22). Il chāndogya lo descrive come "Tutto in Dio, dalle punte delle Sue unghie, è dorato" (6-1-6). La prima cosa che Hanumān notò di Rāvaṇa fu l'impressionante vista delle sue due possenti braccia distese sul letto. Allo stesso modo, la prima vista del devoto sono le potenti braccia sollevate del Signore Rudra, che inizialmente minacciano di colpirlo, mentre ora appaiono in tutta la loro reale bellezza di benedizione.
3. senānye:
(a) Rudra è il Dio guerriero, sempre a capo delle schiere celesti contro gli asura, le forze dell'oscurità spirituale e dell'ignoranza. Le parti successive descrivono il Suo valore e i Suoi gridi di guerra.
(b) Bhāskara - ci sono diverse categorie di esseri animati come dèi, uomini, ecc., e inanimati come prakṛti, i cinque elementi ecc; Colui che ha tracciato il confine per ciascuno e dirige ognuno nel suo corso. Oppure, Colui che illumina tutti gli esseri senzienti e li fa agire.
4. diśampathaye:
(a) Sāyaṇa - Rudra si manifesta nelle otto divinità guardiani delle direzioni, i dikpāla - quali Indra, Varuṇa, Agni e altri. Come può dunque Rudra essere considerato il Signore delle direzioni? Egli è il comandante, l'āntaryāmī — il Sovrano Interiore Immortale che, come descritto nel bṛhadāraṇyaka upaniṣad, risiede nel sole e ne governa il corso, estendendo il suo dominio su tutte le cose e guidandole.
5. Bhāskara interpreta la sezione namaḥ degli anuvāka dal secondo al decimo come una preghiera rivolta a Rudra, che si potrebbe riassumere così: "O Signore, tutto l'universo è frutto della Tua creazione e Tu ne sei il supremo custode. Nessun essere oserebbe danneggiare ciò che Tu hai creato. Ti supplichiamo, dunque, di offrirci protezione." Secondo il commento di Bhāskara, Rudra si manifesta attraverso i cinque aspetti del Brahman, ognuno responsabile di diverse funzioni cosmiche, ciascuno caratterizzato da un colore specifico. Tra questi, lo yajus in questione esalta il Brahman dalla luminosa sfumatura dorata.

Note del curatore:
  1. ubhayatho namaskāra è un termine utilizzato nel contesto di preghiere e inni, in particolare nei veda e nei testi liturgici induisti. Letteralmente, ubhayatho significa "da entrambe le direzioni" o "in entrambi i modi", e namaskāra significa "saluto" o "reverenza". Pertanto, ubhayatho namaskāra si riferisce a un tipo di invocazione o saluto che viene effettuato sia all'inizio sia alla fine di un mantra,di un verso, una preghiera o un inno.
    Qui ubhayatho namaskāra implica che ci sono saluti (tipicamente namaḥ) sia all'inizio sia alla fine di una sezione del testo. Questa pratica è intesa a incorniciare la recitazione con un senso di sacralità e riverenza, sottolineando l'importanza e la santità dell'inno o della preghiera.
    L'inizio e la fine con un saluto rappresentano un modo di onorare e rispettare la divinità a cui l'inno è dedicato, segnando l'inizio e la conclusione della recitazione in un modo sacro e rispettoso.
    Torna al testo

  2. upalakṣaṇam è un concetto che si riferisce all'uso di un simbolo, un segno o un'indicazione per rappresentare o riferirsi a qualcosa di più ampio o più complesso. In altre parole, upalakṣaṇam è un tipo di metafora o simbolismo dove un oggetto o un concetto particolare viene utilizzato per indicare qualcosa di più generale o universale.
    Upalakṣaṇam è spesso impiegato per esprimere idee complesse in modo più semplice o per suggerire significati più profondi oltre il senso letterale di una parola o frase. Ad esempio, nel contesto di un testo sacro, un elemento della natura potrebbe essere usato come upalakṣaṇam per rappresentare un principio divino o una verità spirituale. Quindi, nel testo, upalakṣaṇam non si riferisce solo letteralmente alle braccia dorate, ma è usato per indicare l'intera natura gloriosa e potente di Rudra, con le braccia dorate che fungono da simbolo metaforico di questa natura più ampia. In altre parole, un dettaglio fisico o un attributo (le braccia dorate) viene utilizzato per rappresentare simbolicamente qualità più profonde e complessive della divinità. Torna al testo

  3. Gli otto dikpāla sono divinità indù che presiedono le otto direzioni cardinali dell'universo. Ogni dikpāla è associato a una specifica direzione e ha una sua particolare simbologia e significato. Sono figure importanti nella mitologia indù e sono spesso rappresentati nell'arte e nell'architettura dei templi. Ecco un elenco dei Dikpāla e delle loro corrispondenti direzioni:
    Indra: Governatore della direzione est. È il re degli dei e rappresenta il potere e il controllo su tempeste e piogge.
    Agni: Presiede il sud-est. È il dio del fuoco e simboleggia la purificazione e la trasformazione. Yama: Signore del sud. È il dio della morte e giudice delle anime.
    Nirṛti: Sovrintende al sud-ovest. È associato con la dissoluzione e la distruzione. Varuṇa: Governatore dell'ovest. È il dio delle acque e rappresenta l'ordine cosmico.
    Vāyu: Signore del nord-ovest. È il dio del vento e simboleggia il cambiamento e il movimento.
    Kubera: Sovrintende il nord. È il dio della ricchezza e del benessere materiale.
    Īśāna: Presiede il nord-est. Rappresenta la conoscenza spirituale e l'illuminazione.
    Qui, quando Aiyar dice che Rudra esiste sotto forma degli otto dikpāla, si intende che Rudra è onnipresente e manifesta la Sua presenza in tutte le direzioni dell'universo, simboleggiando il Suo potere e la Sua influenza su tutti gli aspetti del mondo naturale e spirituale. In altre parole, Rudra non è solo una divinità singola, ma si manifesta in molteplici forme e aspetti, rappresentando la totalità del cosmo. Torna al testo






La recitazione è dei Challakere Brothers.
Su www.saiveda.net il tutorial per la recitazione: tutorial

namaḥ, nom. sg. di namas-, saluto reverenziale, omaggio;

  • namas-, sn. nom., inchino, riverenza, omaggio, adorazione (con atti o parole), adorazione, rispettosa obbedienza; inchino, l’inchino a mani giunte dedicando, con l’unione delle dieci dita, i dieci sensi alla divinità. È il simbolo esteriore dell’abbandono interiore.
  • √nam-, vb. cl. 1 P., curvare, piegare, cedere a, sottomettersi o piegarsi; dare, concedere, donare; arrendersi, sottomettersi

hiraṇyabāhave, agg. dat. sg. m. di hiraṇyabāhu-, dalle braccia doro

  • hiraṇya-, sn. oro (RV);
  • bāhu-, sm. sf. braccio, avambraccio, braccio tra gomito e polso.

senānye-, sm. dat. sg di senānī-, al condottiero, comandante dell’esercito

  • senā-, sf. 1. proiettile, dardo, lancia (RV; AV), 2. armata, armamento, ordine di battaglia, forza armata
  • √si-,v. 2ª cl. Par. 5,9, legare, unire, incatenare (RV; AV; VS).].
  • √nī-, vb. cl. 1, condurre. guidare, dirigere, governare (RV);

diśām, sf. gen. pl. di diś-, quadrante o regione indicata, direzione, punto cardinale (RV; AV; ŚBr)

√diś-, vb. cl. 3 P., indicare, porre in rilievo, mostrare, esibire, rivelare (RV)


ca, cong., e

pataye, sm. dat. sg. di pati-, proprietario, possessore, signore, sovrano (RV);

namaḥ, nom. sg. di namas-, saluto reverenziale, ripetizione per enfasi e rispetto



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